Credo che, arrivati ad un certo punto, si debba porre sè stessi avanti a tutto e tutti e diventare la propria priorità.
Certo.. la famiglia, l’amore, il lavoro… ed i figli, i nipoti.. e le mele, le pere e le banane. Se ci fermiamo a pensare, sono tanti i fattori e le variabili che, in automatico, ci viene da proteggere molto più di noi stessi.
Ma, riflettiamo un attimo… se veniamo meno noi… se la nostra serenità si riduce al minimo, se lo stress o i troppi pensieri ci costringono in un angolino.. come facciamo a sostenere tutto il carico che ci portiamo sulle spalle? Come facciamo a lavorare al top, a sorridere ai nostri cari, ad alleviare i problemi della nostra famiglia ed a prestar cura ed attenzione ai nostri nipoti?
“Se crollo io, crolla tutto.”
E allora dobbiamo trovare il modo di non crollare, di vivere serenamente e con entusiasmo, di ridere di gusto talvolta… perchè se esistono 100 problemi, esistono anche altrettante 100 soluzioni. Ci dovremo scervellare a trovarle, certo.. ma è l’atteggiamento quello che conta. Imparare a non mollare e ad affrontare tutto cercando di rimanere sereni.
Noi stessi, dannazione, siamo le persone a cui dobbiamo il massimo rispetto e con le quali dovremo vivere più a lungo. Diventa fondamentale, necessario e vitale imparare a coccolarci di più.
A questo punto, ho cercato di riassumere le cinque cose più nocive:
- CERCAR DI PIACERE A TUTTI. E’ scientificamente impossibile. Ogni giorno entriamo in contatto con diverse persone, nella realtà di tutti i giorni o anche in quella virtuale sui social, che ormai ha assunto dimensioni piuttosto ingombranti. Ognuna di queste persone è dotata di proprio carattere, da intendersi con pregi e difetti. Non solo noi dovremmo impegnarci di risultare persone gradevoli, giusto? Ebbene… se ci capita di incontare “persone-muro” che ci ostacolano, che ci deridono, che ci insultano o snobbano.. andiamo oltre. Scavalchiamolo.. questo muro che si pone tra noi ed i nostri obiettivi. Non tutti ci sorrideranno nella vita, esistono persone che proveranno addiritura gusto a metterci i bastoni tra le ruote. Bene. Accettiamolo e continuiamo il nostro percorso. Se ci preoccupassimo di andar d’accordo con tutti, non ne usciremmo vivi. Dovremmo assumere mille ed una personalità che assecondino tutti, costringendo il nostro vero “io” a tacere e a non trovar modo di sfogarsi. Il risultato sarebbe un perenne senso di inadeguatezza in tutte le situazioni e di frustrazione.
2. AVER PAURA DEL CAMBIAMENTO. Le vicissitudini ci costringono, volontariamente o meno, a cambiare. E se non cambiamo noi, cambiano le circostanze attorno a noi. Se restiamo ancorati sempre alle nostre convinzioni, al nostro presente, al nostro “piccolo mondo antico” e non accettiamo che talune situazioni non sono adatte a noi, se ci intestardiamo ostinandoci a pretendere ciò che diventa impossibile, impediremo ad altre situazioni più comode e benevole di entrare nella nostra vita ad arrecar ricchezza e benefici. Ciò in cui noi dobbiamo cercar di impegnarci è cambiare in meglio, facendo bagaglio del vissuto. Quindi, sì al cambiamento. E al non rimandarlo. Meglio oggi che domani. Iniziando anche da un semplice taglio di capelli che può farci sentire meglio, fino ad arrivare a decisioni fondamentali nella nostra vita.
3. BUTTARTI GIU’. Esisono periodi bui nella vita di ognuno di noi che si ripetono a cicli, più o meno costanti. Non è sfiga e non è esser nati sotto una cattiva stella. Semplicemente è la vita che, periodicamente, ci sottopone a prove per testare la nostra resistenza. Si superano tutte, a tutto c’è rimedio. Non è forse vero che, col tempo, ci troviamo a sorridere di quando dieci anni fa perdevamo il sonno per un amore sbagliato? Di quando l’operazione che ci metteva paura è stata poi superata brillantemente? Di quando l’ultimo esame prima della laurea poteva sballarci la media, ed invece è stato superato ad occhi chiusi? Forza. Forza!! Ricordiamo sempre che la persona che siamo è il nostro tesoro più prezioso da custodire, per questo dobbiamo trovar sempre il modo di sentirci bene, di sorridere almeno una volta al giorno e di coccolarci spesso e volentieri.
4. VIVERE NEL PASSATO. Il maestro Oogway di Kung Fu Panda direbbe:
“Ti preoccupi troppo per ciò che era e ciò che sarà. C’è un detto: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi… è un dono. Per questo si chiama presente.”
Ecco. Sante parole. Ciò che è stato, è passato.. che non tornerà Ed è, molto spesso, un bene che rimanga ancorato ai giorni andati, belli o brutti che siano. Bisogna tenerlo in mente, nel cuore e trarne insegnamenti e memorie, in modo da vivere meglio il presente e coltivare il futuro. Ciò che siamo oggi è frutto di ieri, ma ciò che saremo domani è conseguenza di oggi.. ed è oggi che dobbiamo decidere di non perder tempo in situazioni negative, di non costringerci a sopportare l’insopportabile, di porre la nostra tranquillità interiore prima di tutto.
5. PENSARE TROPPO. Questo è il punto più difficile, soprattutto se si è donne come me. Siamo abituate a pensare a decine di cose, contemporaneamente. Ciò che ne deriva è l’instillarsi di una condizione di perenne ansia. Accumuliamo preoccupazioni su preoccupazioni, ansie su ansie per l’appunto. E si entra in un meccanismo di tale familiarità con questa terribile sensazione che, in sua assenza, ci preoccupiamo ugualmente di esser troppo tranquilli e senza pensieri. Siamo i nostri principali nemici quando iniziamo a torturarci bombardandoci con mille interrogativi, i più dei quali sono ridicoli e superflui. L’ansia è nemica categorica della tranquillità interiore. Bisogna lasciarsi andare a grandi respiri ed evitare di pensare sempre al peggio. Lo so che ora starete pensando “EH.. pare facile…E’ arrivata questa che ha fatto la scoperta dell’America “. All’inizio non è facile. Non lo è affatto. Ma giorno dopo giorno, non possiamo che migliorare. Riuscite soltanto a visualizzare mentalmente quanto migliorerebbe la vostra qualità di vita se affrontaste tutto con il cuore meno pesante? Riuscite anche solo a immaginare quanti sorrisi vi siete persi per aver lasciato spazio all’agitazione e al pathos? Riuscite a contare le soddisfazioni che vi potranno derivare? Ci proviamo?
Feel the good vibe.
R.
Colpevole dei punti 2 e 4. Anzi, il secondo ormai si sta quasi archiviando, ma superare il quarto è quasi impossibile per me. Penso sempre a ciò che avrei potuto/non dovuto fare e i rimpianti mi cadono sempre addosso. Dovrò lavorarci sopra, perché alle volte è un problema troppo grande da sopportare.
Ma per quanto riguarda il punto primo, sono riuscita a superarlo presto. Dobbiamo ricordarci che siamo bellissimi per ciò che siamo e per come siamo. Passato compreso! 😉
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Io ne ho una sesta. Magari è soltanto mia, non lo so.
Continuo a dimenticare di asciugare il pavimento dagli schizzi quando faccio la spremuta. Poi li pesto, vado in giro e dopo un po’ è tutto un castrone nero e appiccicoso. Ma magari, appunto, è una cosa solo mia.
😉
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hahahaha
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