Humor · Miscellaneous

SAILOR MOON: eroina vera!

C’è chi ha assistito, nella sua vita, allo sbarco sulla Luna.
E c’è chi ha assistito alla prima volta che Luna è sbarcata nella vita di Bunny.
Ed io sono una di quest’ultimi.

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Il 21 febbraio di ben 21 anni fa andava in onda, in Italia, la prima puntata di Sailor Moon. Ventuno. Ok, sono vecchia.

Sailor Moon,
il primo esempio di bipolare instabile e, giustamente LUNAtica, proposto in tv dal momento che, negli abiti normali di Bunny, era una mangiona, fifona, anche un pò imbecillotta, goffa e con la lacrima sempre pronta. Insomma, una di noi!!
Ma datele il tempo di trasformarsi in Sailor Moon che uhhhhhhhhhhhhh diventava saggia e giudiziosa e mi partiva con dei pipponi filosofici sul bene che vince sempre sul male, sulla giustizia e su quanto facessero bene le fibre per la regolarità intestinale.

Sailor Moon,
alla quale bastava un semplice diadema in fronte per non essere riconosciuta da nessuno. Mentre noi, anche se tingiamo colore dei capelli, andiamo allo stesso solarium di Carlo Conti e ingrassiamo o perdiamo venti chili, col cacchio che diventiamo invisibili agli occhi dei rompipalle. MAI. Ci scovano sempre e comunque.

Sailor Moon,
amatissima da tutti i ragazzi del mondo perchè era l’unica in grado di cambiarsi d’abito in meno di 1O secondi, ottenendo anche discreti risultati e non sembrando una disadattata sciattona, ed inoltre aveva una avanzata abilità nel maneggiare e far ruotare bastoni.

Sailor Moon,
il cartone animato che ha dato il via all’invasione di pakistani distributori di rose in tutti i ristoranti, uguali e precisi Marzio. Tali e quali. Ti vedono arrivare da lontano ed iniziano a lanciarti rose rosse dietro come faceva Mylord. Prima o poi arriveremo al secondo step e inizieremo a ritrovarceli in smoking e mascherina.

Sailor Moon,
il primo esempio di gattara allo stadio terminale che non solo ci parlava con la sua micia, Luna, ma si faceva pure comandare a bacchetta e si faceva umiliare un giorno sì e l’altro pure.

Ebbene, signori.
Io adoravo Sailor Moon!
Ho passato l’infanzia a ripetere la pappardella de “Sono la paladina della giustizia! Sono una combattente che veste alla marinara! Io sono Sailor Moon!! E sono venuta fin quì per punirti.. .in nome della Luna!”
Che figata, signori. Che figata.
E che invidia. Aveva dei gioielli lunari di un pacchiano osceno ma erano fantastici.
Poi te li facevi regalare da papà, una medriocre imitazione di plastica e ci rimanevi dimmmmmmmmerda perchè non c’era lo scintillìo che ti aspettavi.
Le prime delusioni.
E poi c’erano tutte le altre GUERRIERE SAILOR.
Già il dire “GUERRIERE SAILOR” le rendeva cazzutissime, riempiva la bocca.
“Cosa fai tu nella vita?!?”
“Mah. Studio, dormo, uccido mostri.. nel tempo libero sono una GUERRIERA SAILOR e salvo il mondo”.
Avrei voluto sempre dire una cosa del genere.
Io adoravo tantissimo Morea, Sailor Jupiter… quella che lanciava fulmini. Da paura!
Forse perchè era la spilungona un pò maschiaccia, un pò come me.

Ma sapete qual era la cosa che mi faceva apprezzare, più di tutto, Sailor Moon?!?!
Che anche lei aveva a che fare con un mestruato.
Marzio.
E’ chiaro che fosse mestruato. Ovviamente un figo.. che ve lo dico a fare?!
La trattava di pezza, la prendeva in giro, poi le diceva di volerle bene, poi spariva, poi tornava, poi la allontanava e poi le giurava amore per l’eternità.

Ed è chiaro che, ogni tanto, la povera ragazza sclerasse e iniziasse a uccidere mostri a destra e manca.
Reazione normalissima alla frustrazione instauratale dal Mestruato.
Anche lui bipolare, chiaramente.
Marzio era un acidone figo di legno. Poi si metteva in tiro con l’abito da sera e diventava il sogno di tutte.
TUTTE.
Perchè tutte le amiche di Bunny se lo volevano palesemente sdraiare. Normale routine tra amiche.
E così, la pora stella di Bunny, frustratissima dall’avere a che fare con i mille umori di una prima donna come Marzio, sclerava.
Anche io sfogherei così se avessi dei poteri del genere. E non son neanche sicura se mi sbatterei più di tanto per salvare il mondo, eh!
Ma invece mi devo accontentare della nutella.

Eh vabbè.

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